Il libro racchiude tanti spunti di riflessione su tematiche del territorio: scuola, lavoro e società.
Il libro “C’è del nuovo a Nord Ovest” chiude i festeggiamenti per i 60 anni dell’associazione periti industriali di Legnano (Apil), presieduta da Giovanni Caironi. Si tratta di una raccolta d’interventi dei tre principali convegno svoltisi durante le celebrazioni. Il primo convegno era sul lavoro, il secondo sulla scuola e l’ultimo sul vivere in città.
Riflessione. Il volume, curato dal giornalista Saverio Clementi, in 87 pagine racchiude diversi e interessanti spunti su cui riflettere. Nonostante il tessuto industriale dell’Alto Milanese stia cambiando pelle, nel suo dna l’operosità gli rimane e va custodito. Tuttavia la crisi economica ha reso la società meno ottimista rispetto al futuro. “Ci troviamo in un’area tra le più industrializzate d’Italia e dell’Europa intera – ha dichiarato il presidente di Confindustria Alto Milanese Gianni Mainini -. I libri di storia economica definiscono l’Alto Milanese una tra le più significative “culle” del processo di industrializzazione iniziato agli albori del XIX secolo. Ancora adesso quando nel resto del paese tante piccole imprese si arrendono e le grandi si riorganizzano. A Legnano ci sono esempi di ecccellenza che il mondo ci invidia. Molte cose sono cambiate da quando furono messe le basi di un processo che avrebbe portato un diffuso benessere in questo territorio. Oggi viviamo in una situazione di crisi che rende difficile essere ottimisti circa il futuro”.
L’avvenire. E dunque? Quale sarà il destino del territorio? “Ci sono segnali positivi – ha affermato il curatore -. L’elemento di novità è quello di guardare altrove, oltre i confini. A una città metropolitana”. “La nostra associazione – ha concluso Caironi – che raggruppa i periti industriali e i laureati in discipline tecniche del territorio continuerà ad essere un punto di riferimento per tutti coloro che amano il proprio lavoro, lo svolgono con passione, e che si preoccupano di essere sempre al passo con i tempi che cambiano”.
Paola Vilone